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Bruna Bertolo

Umanità sul cammino dei migranti

Aggiornamento: 13 mar

Sabato 24 febbraio, Nino Boeti, presidente dell’Anpi provinciale di Torino, e Angelo Sosso, dell’Anpi di Grugliasco, si sono recati presso il rifugio “Fraternità Massi” di Oulx, nato sei anni fa per ospitare i migranti di passaggio sulla rotta alpina e dare una risposta umanitaria alle tantissime persone, di tutte le età, che, ieri come oggi, cercano di passare in Francia da Clavière. Obiettivo dell’incontro la consegna di un contributo per le attività del Rifugio da parte dell’Anpi.

Boeti e Sosso hanno incontrato don Luigi Chiampo, prete valsusino impegnato a 360° in attività umanitarie di rilievo su tutto il territorio, che da sei anni è il grande organizzatore di questa struttura.

Un piccolo, ma importante gesto da parte dell'Anpi provinciale e di Grugliasco: «in realtà – specifica Boeti – la somma è stata versata a “Fornelli in lotta”, di cui si occupa Gianna De Masi, che prepara pasti e rifornimenti per gli ospiti di passaggio della struttura. Noi siamo antifascisti ed antirazzisti e siamo per il rispetto dell'articolo 10 della Costituzione secondo cui ogni uomo, ogni donna che non trova nel suo paese il rispetto dei diritti civili può cercarli nel nostro. I principi di fratellanza, di uguaglianza, di solidarietà, di pace, il sogno di un Paese migliore erano nella mente e nel cuore delle partigiane e dei partigiani che hanno combattuto durante la guerra di Liberazione. Noi pensiamo che questi valori debbano continuare ad essere parte integrante dei nostri valori ed è per questo che siamo qui”.

Nessuno di loro deve morire di freddo” divenne il pensiero dominante di don Luigi Chiampo, dopo l'emergenza del 2017 in cui molti migranti in transito affrontarono senza alcuna preparazione la neve e il ghiaccio delle montagne fra Italia e Francia che, lungo il confine, avrebbero dovuto aprire le porte ad un futuro diverso.

In questo periodo, racconta don Luigi Chiampo, «in struttura ci sono poche persone. I flussi sono come l’acqua, vanno e vengono. Ma da luglio a settembre i passaggi sono stati tantissimi, circa 8 mila. Anche 200, 250 persone accolte al giorno. I respingimenti da parte dei gendarmi più o meno bassi a seconda del numero delle persone. Se la Francia rimane sempre il luogo del passaggio dalla nostra zona, le mete finali ora sono prevalentemente la Germania e anche l’Inghilterra. Negli anni è cambiata la tipologia di chi arriva al Rifugio: negli ultimi periodi, più che dall’ Africa, sono arrivati dalla rotta balcanica, afgani, iraniani, pakistani… scappano per mancanza di diritti dalle loro terre d’origine e lasciano tutto quello che hanno». 

Una struttura aperta nel 2017.

All’epoca il prefetto era Renato Sacconi. Quando don Chiampo gli si presentò, le parole del prefetto furono: «Mi portate i problemi degli immigrati dell’Alta Valle?» e la risposta di don Chiampo fu: «No, vi portiamo una soluzione!». Ecco, da lì partì quel progetto che, in mezzo a tantissime difficoltà, ma con un contributo essenziale del mondo del volontariato, è riuscito ad offrire in questi sei anni di attività un tetto, un piatto, una carezza, una possibilità di futuro a tante persone spesso private anche della speranza. 

 

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