5 nov. 2023 - Si è tenuto alla baita di San Martino di Cantalupa, la commemorazione dell’eccidio dei sei Partigiani caduti durante la Lotta di Liberazione, per mano dei nazifastisti. I loro nomi: Adolfo Serafino medaglia d’oro, Eugenio Juvenal medaglia d’argento, Romolo Carrera medaglia d’argento, Domenico Ferrera medaglia d’argento, Rinaldo Rinaldi medaglia di bronzo e Omero Rosini medaglia d’argento.
I fatti: L’episodio del 4 novembre 1944 costituisce sicuramente il più conosciuto e drammatico evento che, in questa zona, coinvolse gli autonomi della Divisione "Val Chisone". Esso avvenne nei pressi di Cantalupa, nella piccola valle del rio Noce. In questo frangente, infatti, assieme ad altri 4 partigiani, caddero Adolfo Serafino ed Eugenio Juvenal, attivissimi capi di stato maggiore, responsabili della formazione già dai primi giorni del settembre 1943.
Pochi giorni prima dello scontro gli uomini della V° banda "F.lli Caffer", avevano rastrellato ben 22 prigionieri (te-deschi ed SS italiane). Basati alla Cristinera di Cantalupa, essi dovettero abbandonare la posizione a causa della fuga di uno fra questi ostaggi, un sergente delle SS, avvenuta nella notte fra il 2 ed il 3 novembre; il fuggitivo, infatti, avrebbe potuto ricordare il posto e far da guida in un improvvisato rastrellamento. Decisero di raggiungere una baita isolata, in località S. Martino, dislocata a breve distanza sulla sponda opposta del Noce, sempre in territorio di Cantalupa. Giunti in zona a tarda sera, i partigiani si sistemarono al piano terreno della casa, predisponendo un improvvisato alloggiamento, per i prigionieri, al piano superiore. All'alba del 4 novembre, mentre partigiani e prigionieri erano radunati nel cortile della grangia, intenti a sorbire il surrogato di caffè, si scatenò il fuoco improvviso di molte armi automatiche dal bosco circostante la casa; i nazisti avevano accerchiato l'edificio senza che le sentinelle e le pattuglie addette alla perlustrazione li scorgessero. Accortisi dell'assedio i partigiani tentarono una sortita, ma sei di essi rimasero sul terreno; tra questi Adolfo (Fofò) Serafino, Eugenio Juvenal, Ro-molo Carrera, Domenico Ferrera vennero finiti a colpi di mitra, mentre Rinaldo Rinaldi ed Omero Rosini furono colpiti a morte da una raffica di mitraglia.
I prigionieri che i partigiani avevano catturati furono liberati dalle Brigate Nere, ma tra essi due alpenjäger austriaci rimasero sul campo, uccisi dal fuoco amico. I loro nomi: Ernst Korbel e Karl Krein. Curiosamente però sulla lapide che sorge nei pressi del luogo il primo appellativo non compare ed è sostituito invece da Ermann Neidhard).
Alcuni dei prigionieri seguirono i partigiani che erano riusciti a ripiegare. Altri furono reintegrati nelle file delle SS, mentre i rimanenti, considerati "vigliacchi", furono impiccati dalla Wehrmacht qualche giorno dopo il combattimento.
Al funerale delle otto vittime (i sei partigiani e i due prigionieri austriaci - il parroco aveva accettato di presenziare alle esequie solo se ci fossero stati tutti i caduti, anche i nazisti), celebrato a Cantalupa con grande concorso di folla, i nazifascisti volutamente non intervennero ...
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