Per il 78° anniversario della Liberazione
"La Resistenza quotidiana in nome degli ideali della Resistenza di ieri non agisce soltanto per la forza di quei valori e principi che attribuiamo al 25 Aprile, alla festa della Liberazione. La nostra indisponibilità a cedere anche soltanto un milligrammo del peso di quei valori deriva dalla intima convinzione che ogni momento della nostra storia repubblicana ci ha resi consapevoli di quanto la Resistenza sia scomoda per gli avversari della democrazia e di quanto il suo messaggio non sia negoziabile con chi periodicamente cerca di mettere in discussione le scelte coraggiose di quelle generazioni che in montagna e in città seppero contrastare la violenza nazifascista"
E' stato questo il filo conduttore della cerimonia per il 25 aprile che si è svolta nella piazza principale di Alpette, in valle Orco, teatro nella guerra di Liberazione di un'epica lotta contro i militi della Repubblica di Salò e i reparti delle SS tedesche. In quei valloni, infatti, come hanno ricordato Evaristo Giardino, presidente della sezione Anpi di Alpette e Michele Ruggiero, che ha portato i saluti dell'Anpi provinciale di Torino, sono state scritte pagine straordinarie.
La memoria è andata alla battaglia di Ceresole Reale, nel mese di agosto del 1944, una delle rare battaglie campali della Resistenza, che vide la 50a brigata Garibaldi "Mario Zemo" e la 49a brigata Garibaldi impegnare per tredici giorni in durissimi combattimenti la soverchiante forza nazifascista. Un'azione nata con il proposito di arrestare l'avanzata nemica verso la valle e per distogliere la rappresaglia nazifascista che dal 31 luglio del 1944 martoriava le popolazioni locali con incendi, saccheggi e civili presi in ostaggio.
In una delle ultime fasi della battaglia che perse la vita il comandante Titàla, al secolo Battista Goglio, cinquant'anni, organizzatore della Resistenza nelle valli del Canavese fin dall'ottobre del 1943, insignito della Medaglia d'argento al valore militare. Il suo coraggio e altruismo furono decisivi per dare alla sua brigata di sfuggire all'accerchiamento dei nazifascisti e riparare nella Val Grande di Lanzo. La rabbia della Wermacht e della Gnr si sfogò nei giorni successivi dando alle fiamme le case dei comuni di Barbania e Feletto, ai piedi delle montagne.
La secondo parte della cerimonia è stata dedicata, in corteo, a rendere onore con la deposizione delle corone d'alloro al Monumento degli Alpini e al Cippo degli ex internati a al Monumento agli "Svizzeri". Momento finale, al cimitero di Alpette, all'ingresso del Sacrario dei Caduti per la Libertà, con l'orazione commemorativa del vice sindaco di Alpette, Pio Goglio.
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